Storia

Il calcio fece la sua prima apparizione negli anni ’30, infatti su iniziativa di un gruppo di amici nacque la “Società del gioco della palla”. Una formazione di allora comprendeva Pierozzi, Quinto Lubrano, Francesco Jacovacci, Aleandri, Fenoglio, Aligi Sclano, Perando, Cesarini, Cacioppo, Quarto Vitelli, Porta.

L’attività consisteva in amichevoli con i paesi limitrofi e incontri quasi sempre in casa, non essendoci risorse per le trasferte. Resta famosa quella di Castiglione della Pescaia fatta con un peschereccio di proprietà di Oreste di Iaia.
Il campo di gioco era quello di proprietà di Vivarelli senza recinzione e le porte non avevano le reti.

Si era intorno al 1935 e già allora i colori della maglia erano azzurri ed il gruppo dei giocatori era formato da: il comandante della Capitaneria Osvaldo Cacioppo, Claudio Milano, Vittorio Busonero, Alfredo Sclano, l’avvocato Mario Lambiase, Quarto Vitelli, Arturo Picchianti, Valentino Pucci, Libero Fanciulli, Bino Barlettani, il Generale Aligi Sclano, Aldo Fanciulli, Domenico Capitani e via via qualche giovane disponibile.
Tutta l’attrezzatura era frutto di collette fra la gente e le successive riparazioni (in particolare palloni e scarpette) venivano offerte dagli artigiani dell’epoca (fra i più disponibili Adriano Pelli, Ottorino Wongher, Ero Tantulli).

Una curiosità riguarda il rettangolo di gioco perchè prima della guerra era posizionato in maniera diversa di oggi in quanto le porte erano una dove adesso ci sono gli spogliatoi e una dove i pini dietro la tribuna. Come spogliatoi veniva usato il rifugio antiaereo del Deposito Militare, mentre per la doccia si usava un bidone vuoto di benzina.

Terminata la guerra i più appassionati sportivi si misero di buona lena a ricostruire una società calcistica e per primo si dovette sistemare il campo da gioco che, come tutto il paese, era stato bombardato pesantemente e senza mezzi a disposizione si utilizzò materiale rimediato (per la recinzione vennero sfruttate i cavi scartati dai pescherecci). Erano tempi duri per cui a volte si andava a giocare in maremma in cambio di una buona merenda facendo le trasferte con l’unico mezzo disponibile e cioè la bicicletta. La squadra anni ’50 comprendeva: Preciso Fanciulli, Sirio Lavoratori, Ettore Pinchera, Domenico Capitani, Antonio Capitani, Attilio Scotto, Enrico Picchianti, Domenico Fanciulli, Carmine Olivari, Stefano Malacarne, Minutolo, Casalini e l’ allenatore era l’ avvocato Salvati di Orbetello.

L’ Unione Sportiva Argentario (U.S.A) iniziò a partecipare al campionato di Prima Divisione esordio in casa vittorioso per 5-4 rimasto famoso per il vento fortissimo che condizionò l’andamento della gara infatti i gol venivano segnati da chi era in favore di vento. La formazione (non in ordine di ruolo): Libero Fanciulli, Bino Barlettani, Enrico Picchianti, Attilio Scotto, Domenico Fanciulli, Domenico Capitani, Silvano Giovani, Salvatore Sordini, Innocenti, Ettore Pinchera, Valentino Pucci, allenatore Quarto Vitelli.

Gli sportivi che seguivano la squadra erano sempre numerosi e le trasferte vedevano partire intere famiglie al completo che approfittavano dell’occasione per fare una gita.

Siamo arrivati nella stagione 1955/56 con la squadra che partecipa al campionato Propaganda e nonostante fosse promossa in Prima Divisione per mancanza di risorse economiche non si iscrisse al campionato stesso cessando di fatto di esistere.

Dobbiamo giungere all’estate del 1963 perchè degli appassionati, tra cui anche ex giocatori, riuscissero dopo ripetuti tentativi a costituire una nuova Società con il nome di Società Sportiva Argentario ufficializzano l’atto presso il notaio Galgani ed in seguito il 5 Gennaio 1965 viene inoltrata domanda di affiliazione alla F.G.I.C.
Il primo consiglio direttivo era così composto:
Presidente Capitani Primo – Vice P. Tana Idelmo – Segretario Casalini Gianfranco – Cassiere Malacarne Fulvio – Consiglieri : Fanciulli Domenico – Fanciulli Libero – Fanciulli Cirillo – Fanciulli Preciso – Picchianti Enrico – Scotto Attilio – Scotto Francesco – Pucci Valentino – Landini Mirto – Sarzilla Luciano – Cerulli Roberto.

Nella stagione sportiva 1965-66 l’S.S. Argentario inizia il primo campionato in Terza Categoria giocando ad Orbetello sul campo O. Vezzosi con una rosa di giocatori che comprendeva elementi di Porto Santo Stefano di Porto Ercole e alcuni militari del 64° deposito.
Dalla stagione sportiva 1967/68 il comune stipula una convenzione con l’aeronautica che concede l’uso del Campone alla Società Sportiva che quindi torna a giocare tra le mura di casa.

Nel discorso che fece all’inaugurazione della prima gara di campionato (Argentario – Semproniano) l’allora Sindaco Silvano Giovani, ex giocatore dell’U.S. Argentario, ci tenne a precisare che quella del Campone era solo una sistemazione provvisoria in attesa della costruzione di uno stadio nuovo comunale. Ebbene a tutt’oggi l’Argentario sta ancora giocando sullo stesso campo. Per chi volesse conoscere maggiori particolari sui tentativi che alcune amministrazioni hanno fatto per costruirne uno, può trovarli sul libro che Eraldo Nieto ha scritto nella ricorrenza dei 40 anni della Società.

La prima promozione arriva nella stagione sportiva 1967/68 con il passaggio in Seconda Categoria dopo uno spareggio disputato allo stadio di Grosseto contro il Pitigliano, che resterà nella memoria di chi fu presente per l’enorme seguito di tifosi che seguì la squadra da Porto S. Stefano si stimò che sugli spalti fossero presenti 5000 spettatori un record che trattandosi di terza categoria locale sarà impossibile battere.

La permanenza in Seconda Categoria dura cinque anni fino alla stagione 1972/73 quando l’Argentario viene promosso in Prima Categoria. Altri dieci anni in questa categoria con piazzamenti tra le prime e sfiorando spesso per un niente la promozione. Finalmente nel 1982/83 riesce il salto in Promozione. Tre anni di permanenza poi c’è la retrocessione di nuovo in Prima Categoria. Di nuovo nel 1988/89 ritorna in Promozione ed infine raggiunge nel 1995/96 il campionato di Eccellenza.

In quel momento addirittura la Società è quella che in Provincia disputa il campionato più alto visto che il Grosseto sta attraversando una brutta crisi e milita in un campionato inferiore. Campionati di quel livello non fu possibile sostenerli a lungo anzi se ne pagò le conseguenze a partire dal 1996/97 con l’Argentario che prima retrocede in Promozione, poi nel 1997/98 retrocede in Prima Categoria.

Nel 2000/01 finisce in Seconda Categoria e a seguire torna in Terza Categoria. Fu così che la Società dovette ripartire da zero e intelligentemente fu fatta una scelta che gettò le basi per ripartire alla grande. Si decise di formare la rosa della prima squadra con solo giocatori del posto, che avrebbero dovuto giocare solo per passione e attaccamento ai colori del paese e lo stesso si cercò di fare con gli allenatori.

Subito la risposta dei giocatori fu a dir poco sorprendente con una adesione talmente numerosa che la rosa era ampissima e diversi elementi a turno la domenica dovevano restare in tribuna. Anche agli allenamenti si vedeva partecipare un gran numero di ragazzi che via via cementavano una forza di gruppo che faceva la differenza.

Questa filosofia ha innescato tutta una serie di reazioni positive come il riavvicinamento degli sportivi al campo, motivò i ragazzi del settore giovanile che vedevano aprirsi molte più possibilità di esordire in prima squadra, infine gratificò molto di più gli allenatori del settore giovanile che vedevano premiato il loro lavoro che svolgevano con enorme passione.

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